Una serie di guide pratiche curate dal nostro Leonardo Olmi sulla fotografia subacquea. In questa puntata ci focalizzeremo sulla realizzazione della foto d’ambiente, dedicata a quello che è uno dei soggetti più ricercati dai sub in tutti i mari del mondo, la gorgonia. Valuteremo sempre la tecnica da seguire e le attrezzature necessarie alla realizzazione dello scatto migliore.
Testo e Foto di Leonardo Olmi.
Ogni immersione, ogni destinazione subacquea, ogni mare e oceano ci riservano un ambiente marino diverso. Ma sia che ci troviamo in un mare tropicale che in un mare temperato, le gorgonie, nelle loro varie specie, forme e colori, sono quasi sempre presenti. Prima di ogni immersione, infatti, nel breafing del divemaster, ci viene anticipato se vedremo o no delle gorgonie, poiché (a differenza di pesci, mante, squali, microrganismi e invertebrati) questi ventagli di corallo saranno sempre li, pronti ad aspettarci nello stesso punto, come una pianta nel suo giardino. Nessuno ce le porterà mai via, a meno che, per una qualsiasi ragione, non siano giunte al termine della loro vita. Quindi, a differenza del dubbio che ogni volta assale e tormenta il fotografo subacqueo sulla scelta del tipo di obbiettivo da usare nella propria custodia, quando la guida subacquea ci anticiperà che quel fondale o quella parete sono tappezzati di gorgonie, andremo sul sicuro nello scegliere un grandangolo.
L’unico dubbio sarà se optare per un fisheye o un grandangolo normale (senza effetto distorcente), quindi meglio se prima di immergerci ci informeremo sulle dimensioni dei ventagli. Se superano il metro e mezzo di diametro, sarà meglio optare per il fisheye (che raggiunge i 180° di angolo di campo sulla diagonale, ridotti a circa 150° in acqua a causa della rifrazione della luce), mentre se le loro dimensioni sono ridotte, potremo tranquillamente usare un grandangolo che abbia un campo visivo intorno ai 110-120° (che in acqua si riduce a circa 95-100°). La scelta non deve essere basata solo sulle dimensioni della gorgonia, ma anche su quello che dovrà essere il risultato finale, ossia l’effetto che vorremo ottenere con l’ambiente, l’eventuale sub presente in foto, ecc., ecc..
Se vogliamo quell’immagine ambientata in cui si abbia un ampia panoramica dell’ambiente con tutta la gorgonia più la modella subacquea sullo sfondo, dovremo indubbiamente usare il fisheye. Se utilizziamo il sistema Nikon potremo scegliere tra il 10,5mm da montare sul formato DX, e il 16mm da montare sul formato pieno FX. Dato il suo elevato angolo di campo, l’uso di questo obbiettivo richiede che il fotografo subacqueo si posizioni a ridosso del soggetto, creando così anche quell’effetto di distorsione o curvatura della gorgonia verso l’interno dell’immagine. Un effetto un po’ surreale e improprio, ma che a mio parere arricchisce l’immagine ed enfatizza le dimensioni del soggetto stesso in maniera gradita ai fini del risultato artistico.
Il fisheye è infatti un obbiettivo molto creativo, indispensabile per un fotosub professionista, che deve essere sempre presente nella sua borsa. Il fisheye è uno dei più amati dagli artisti delle immagini subacquee di tutto il mondo. Non è semplice da usare e richiede una esperienza di vari scatti ed immersioni. Ma attenzione, poiché i suoi risultati possono essere deludenti se usato troppo distante dal soggetto.
Quando si usa un 10,5 o un 16mm, per illuminare bene l’immagine si renderà d’obbligo l’uso dei doppi flash, che in alcuni casi dovranno anche essere dotati di diffusore per ammorbidire ed ampliare la luce che colpirà il soggetto. Una luce che dovrà essere combinata con quella ambiente.
L’ideale è infatti rivolgere l’obbiettivo verso la superficie, meglio se direttamente verso la fonte di luce creata dal sole, con quell’effetto chiamato silhouette, che colorerà la parte superiore del fotogramma di blu. Quando la fonte di luce sarà coperta dalla sagoma del sub o da quella della gorgonia, l’effetto sarà molto suggestivo con i raggi di luce che si diffonderanno dal perimetro del sub o della gorgonia.
Giocando con l’esposizione e la potenza dei flash si potrà illuminare più o meno il soggetto variando l’effetto emotivo dell’immagine. Durante questo tipo di scatti, l’ideale è posizionare il sub 7-8 metri più alto e distante dal soggetto facendo, possibilmente, coprire con la sua sagoma il sole. Tali immagini sono realizzabili solo in caso di cielo sereno (ovviamente); mentre un cielo coperto non consente di comporre tali scatti, e rende meno efficace la colorazione blu della parte alta del fotogramma.
Se invece cerchiamo quello scatto in cui si abbia un immagine meno ambientata e più centrata sul soggetto, dove siano più evidenti i dettagli della gorgonia o il primo piano del sub o della modella subacquea dietro di essa, dovremo optare per un grandangolo da 10 o 12 mm se lo dovremo montare sul formato DX, oppure da 18 o 20mm se lo dovremo montare sul formato pieno FX.
In questo caso il suo campo visivo si restringe (come accennato prima) a quello di un angolo retto, circa 90°, grado più grado meno, a seconda appunto dell’ottica usata. Mentre il fisheye è di solito un ottica fissa, i grandangoli possono far parte di zoom che una volta montati, oltre a darci la possibilità di realizzare una foto d’ambiente piuttosto spinta, possono anche consentirci di realizzare inquadrature più strette (zoommando al massimo) atte a immortalare primi piani di pesci che abbiano dimensioni tra i 30 e i 50cm, o anche tartarughe, razze e squali non troppo grandi. Tra queste ottiche trovo ottime il nuovo Nikon 10-24mm per il formato DX, ed ovviamente l’ottimo 14-24mm per il formato FX. Sempre in casa Nikon per l’FX si può utilizzare il “vecchio” ma imbattibile 17-35mm, ma anche il nuovissimo 16-35mm.
Con il grandangolo “normale” potremo mantenerci più lontani dal soggetto, circa un metro e mezzo, ossia non dovremo andargli sotto come con il fisheye, l’immagine risulterà più vicina alla realtà, senza quell’effetto distorcente e quindi illusorio sulla reale dimensione e forma del soggetto fotografato, come invece sono capaci di creare i due fantastici 10,5 e 16mm. Il grandangolo sui 100° aumenta i dettagli, risulteranno infatti più evidenti i polipetti della gorgonia o il viso della modella quando posizionata vicina al ventaglio stesso.
In questi casi è molto apprezzato l’uso di una maschera tonda da parte della subacquea, che ne evidenzia gli occhi, grazie al fatto che la luce dei doppi flash riesce meglio a raggiungere il viso, senza ombre che invece potrebbero essere generate dall’uso di una maschera tradizionale. Il grandangolo tradizionale ci aiuta anche in quei casi in cui vicino alla gorgonia si trovi un pesce che si muove di fronte ad essa, oppure quando vi sia aggrappato su di essa un crinoide
. Il raggio d’azione ristretto del grandangolo consente di dare maggiore evidenza a questo soggetto aggiuntivo, che altrimenti in un fisheye rimarrebbe in secondo piano. Con l’uso del grandangolo dovremo però rinunciare a quell’effetto riempitivo del blu sulla parte superiore del fotogramma proveniente dalla superficie, proprio perché con l’uso del grandangolo l’effetto ambiente tende a sparire, specialmente quando dobbiamo riempire il nostro quadro ideale con sub, gorgonia più soggetto aggiuntivo.
Ovviamente, anche l’oblò dovrà essere dedicato al nostro fisheye o al nostro grandangolo tradizionale, che come accennavo prima si trova anche all’interno di quell’ottima soluzione chiamata zoom. Alcune custodie sono fornite di oblò sferico che consente indifferentemente sia l’uso del fisheye che di un grandangolo, come il super dome dell’Aquatica. Mentre l’utilizzo dello zoom implica, su quasi tutte le custodie, l’aggiunta del tubo di prolunga che distanzia l’oblò dal corpo della custodia, come accade per gli oblò macro. I dome potranno essere bloccati sulla custodia con attacco a baionetta (come ad esempio sull’Aquatica, la Easydive e la Nimar) oppure agganciati a pressione (come nella Ikelite).
Poi dovremo passare ai bracci di prolunga dei flash, parlo al plurale perché la scelta migliore sarà sicuramente, come detto prima, quella rivolta all’uso del doppio flash su cui applicherei, a seconda della situazione, dei diffusori. I bracci dovranno anch’essi essere dedicati alla foto ambiente. Ottimi quelli in fibra di carbonio, leggerissimi, quindi con il doppio vantaggio sia per il trasporto che per l’alleggerimento del peso della custodia in acqua.
Ovviamente lunghi, non possiamo usare quelli che normalmente si usano per la macro, sarebbero troppo corti e non ci consentirebbero di allontanare abbastanza i flash dall’obbiettivo verso l’esterno. Ogni braccio è composto da due tubi e tre morsetti, ogni tubo dovrebbe avere una lunghezza dai 25 ai 40 cm. Come corpi macchina trovo ottime le “vecchie” Nikon D200, poi sostituite dalla D300 nel formato DX, e l’ottima Nikon D700 per il formato FX. Sono sempre valide le “vecchie” D2Xs nel formato DX, e la recente D3X, ma che a mio parere sono troppo grandi come corpo macchina per essere scafandrate.
Dobbiamo però tenere in considerazione che ogni corpo macchina richiede la sua custodia dedicata, che di conseguenza implicherà il cambio della stessa ogni volta che si vuole passare al modello di fotocamera più recente ed aggiornato, con tutti i costi che ne conseguono da questa operazione. Una soluzione innovativa introdotta nel campo della fotografia subacquea è quella proposta da Easydive (azienda italiana di Cervia, che oltre a custodie video produce anche quelle foto) che con la nuova custodia Leo consente di adattare diversi modelli di corpi macchina all’interno della stessa custodia. Questo perché con la pulsantiera elettronica Fotocontrol USB, che permette di remotare tutti i principali comandi, si evita la necessità di costruire pulsanti meccanici. Il controllo avviene semplicemente collegando il cavo USB alla fotocamera, con l’enorme vantaggio di avere una custodia professionale, versatile ed utilizzabile in caso di acquisto di una nuova attrezzatura.
Anche la Nimar, nota azienda italiana di Correggio, specializzata da anni nella costruzione di custodie in policarbonato sia per video che foto, ha prodotto la prima e nuova custodia in alluminio dedicata alla Nikon D700. Una custodia davvero innovativa, che a confronto delle “grandi” aziende ormai da anni specializzate solo su custodie foto, non ha niente da invidiare, riportando all’esterno della custodia stessa tutti i comandi necessari alla realizzazione di uno scatto perfetto. L’alluminio, che era da tempo già stato introdotto da casa Nimar sulle custodie video, offre anche per le custodie foto una maggiore resistenza e quindi affidabilità.
Molto utile anche una buona torcia di puntamento, che ci consenta un rapido uso dell’autofocus nel caso in cui si abbia poca luce a disposizione, sia a causa della profondità che, ad esempio, all’interno di una grotta. La torcia sarà molto utile anche per scegliere, in base ai colori, i soggetti da fotografare, dato che (come tutti sappiamo) sotto i 3m non sono più visibili i colori reali. Per la torcia è importante sia la durata minima di un ora, la potenza minima di 50watt, ed una buona parabola che consenta un ampio e luminoso fascio di luce. Nello scegliere la torcia potremo optare per una compatta, come la V50 della Scubatica o la Luxor della Fa&Mi, da montare direttamente sulla custodia.
Oppure potremo optare per una torcia tipo speleo con il pacco batterie alloggiato sotto la custodia e la parabola sulla custodia stessa, quindi più leggera e meno ingombrante. Per questo tipo di soluzione trovo ottime quelle di Scubatica con la Lithium 6 o 12 Led, oppure quella di Fa&Mi con la Luxor 75 Led e la Multistar con parabola alogena o led.
Tutta questa attrezzatura dovrebbe essere accuratamente disposta in valigie rigide, tipo quelle della Pelican dotate di tenuta stagna, che possano evitarne possibili danni durante il trasporto, specialmente quando si tratta di trasferimenti aerei.
Una volta sul luogo ed una volta assemblato il tutto, per rendere più facile il trasporto della custodia dalla nostra camera al diving o alla barca, si possono utilizzare quelle borse in rete che normalmente trasportano anche le nostre attrezzature da immersione. Quando saremo in barca è sempre meglio tenere il tutto protetto da asciugamani contro eventuali urti da parte di altri sub, cosa molto frequente sulle barche affollate.
Una volta scesi sott’acqua dovremo attendere che la nostra guida ci indichi dove si trovano i nostri soggetti da fotografare. A seconda del mare in cui ci troviamo, infatti, avremo l’opportunità di fotografare vari tipi di gorgonia, da quelle classiche a forma di ventaglio a quelle cosiddette a frusta. Ovviamente, il nostro approccio con l’area in cui si svolgeranno gli scatti dovrà essere molto delicato, specialmente se ci troveremo lungo un fondale sabbioso, dove dovremo cercare di evitare di alzare sospensione. Infatti, a differenza della macro fotografia, nella foto ambiente, i granelli di sabbia sono molto visibili e fastidiosi e quindi vanno assolutamente evitati.
Dopo che avremo individuato il nostro soggetto, dovremo essere pronti ed impostati bene prima della composizione dell’immagine e quindi prima dello scatto finale. Se abbiamo scelto il fisheye, entrambi i flash devono essere allontanati di circa un metro e mezzo dalla custodia verso l’esterno parallelamente ad essa. La parabola di ogni flash deve essere rivolta dritta in avanti, ossia ne inclinata verso l’interno ne verso l’esterno dell’inquadratura, ma parallela all’oblò. Attenzione che i flash non superino l’asse ideale dell’obbiettivo all’interno della custodia, ma che anzi siano dietro di essa.
Considerando l’impostazione degli asa pari a 100, si potrà lavorare con una apertura di diaframma che va da 9 a 14, tutto dipende dalla potenza dei flash utilizzata e dalla loro distanza dal soggetto che in quel momento abbiamo scelto di usare. Il mio consiglio è quello di utilizzare i flash in manuale, il TTL nella foto ambiente non è indicato, può dare delle letture errate a causa della sospensione e quindi della rifrazione della luce. Il tempo giusto è sicuramente il classico 1/60 di secondo, ma se vogliamo aumentare la profondità di campo, allora potremo scendere fino ad 1/30 di secondo. L’unica differenza con l’uso di un grandangolo è quella di poter direzionare i flash più verso l’interno dell’inquadratura poiché, dato il campo più ristretto del grandangolo rispetto ad un fisheye, si potrebbero avere delle zone d’ombra nel fotogramma.
Un ruolo fondamentale è inoltre quello rivestito dalla modella subacquea. Se ne abbiamo una a disposizione dovrà essere ben istruita a seconda di dove vorremo che si posizioni quando comporremo l’immagine. Dato che la comunicazione sott’acqua non è delle più semplici, sarà fondamentale accordarsi in superficie su quei segnali manuali che metteranno d’accordo fotografo e modella prima di ogni scatto, in modo da raggiungere l’obbiettivo prefissato, ossia quell’immagine in cui la modella rappresenterà il sub in lontananza, oppure quella in cui sarà in primo piano insieme al soggetto.
Se tra fotografo e modella non c’è questo tipo d’intesa rapido e corretto, la composizione della foto potrebbe risultare sgradevole. Quindi, se si opta per l’uso e l’aiuto da parte di una modella subacquea per la composizione di questo tipo di immagini, meglio assicurarsi anticipatamente della professionalità della nostra assistente, altrimenti sarà meglio affidarsi solo a ciò che l’ambiente ci mette a disposizione naturalmente.
Link Utili
Nikon Italia
Custodie Aquatica
Custodie e Flash Ikelite
Custodie Easydive
Custodie Nimar
Torce Fa&Mi
Valigie Pelican